Sadismo psicologico

Il termine sadismo trae origine dallo scrittore francese Marchese De Sade, ricordato non solo per le sue opere, ma soprattutto per la sua condotta immorale, con comportamenti eccessivi ed a volte illegali.

Nella personalità sadica predomina il piacere che ricava nel dominare gli altri, è seriamente convinto di avere il diritto di maltrattare fisicamente ed umiliare le persone che lo circondano, ed in particolare il proprio partner.

La persona non viene vista e rispettata come tale, ma viene considerata come un inutile oggetto sul quale riversare anche la violenza fisica, viene continuamente controllata in tutte le sue azioni, minacciata, soggiogata psicologicamente ed inevitabilmente disprezzata.

Insensibili e spietati compiono azioni brutali e malvagie, anche se solo in pochi casi estremi hanno dei comportamenti criminali.

In una relazione il bisogno maniacale di un continuo e soffocante controllo può sfociare in una gelosia patologia, caratterizzata da un odio immotivato ed una mancanza di rispetto dei sentimenti, delle paure o del dolore altrui, anzi il sadico trova un grande piacere nel vedere la sofferenza che provoca all’altro.

Le cause di tale irragionevole comportamento possono essere tante e spesso sono originate da episodi traumatici vissuti in età infantile, come una storia familiare caratterizzata da relazioni ed atteggiamenti violenti.

Un’altra ipotesi è la mancata capacità genitoriale di porre un limite, spiegando che per realizzare i propri bisogni ed i propri desideri, ci sono cose che si possono fare ed altre no, perché contrastano con i bisogni o i desideri dell’altro.

Nel caso del sadico psicologico spesso si tratta di un bambino che non viene mai contraddetto, il quale crescendo vede rafforzarsi la sua convinzione di onnipotenza, arrivando a pensare che non c’è nessuno come lui e che tutte le persone solo degli oggetti, con i quali fare quello che vuole.

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Di admin